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"Educare oggi e domani. Una passione che si rinnova"

Gentili Signori e Signore,
sono onorato di poter presentare a tutti voi la testimonianza dei genitori delle scuole cattoliche italiane in questo Congresso così significativo organizzato dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica.
Ringrazio sentitamente per l’invito il Prefetto della Congregazione per l’Educazione Cattolica, il Cardinale Giuseppe Versaldi ed il Segretario S. E. Monsignor Vincenzo Zani.

La nostra Associazione ha percorso un lungo cammino in questi 40 anni di vita, di presenza e di testimonianza. E’ una storia di donne e uomini che hanno scelto di essere cristiani nel mondo e nella scuola cattolica in modo consapevole e responsabile.

Nell’AGeSC moltissime donne e moltissimi uomini hanno trovato un aiuto per la propria formazione umana, politica e spirituale e per approfondire con altri genitori e con gli altri soggetti della scuola l’educazione cattolica a nostra volta ricevuta. Per questo obiettivo abbiamo autonomamente realizzato in questi anni tantissimi percorsi formativi nelle scuole proprio per approfondire il nostro essere genitori, anche con la specifica connotazione di una nostra presenza di natura scolastica.
In questo senso abbiamo elaborato la nostra testimonianza in due direzioni specifiche:
1. contribuire con la nostra identità di genitori e di famiglie cristiane al continuo aggiornamento e ripensamento del progetto educativo e quindi dell’identità di ogni scuola cattolica;
2. diventare uno strumento, costruito autonomamente dai genitori, per sostenere ogni scuola (con tutte le sue componenti: dirigenti, insegnanti, genitori e studenti) nell’ambito sociale e politico favorendo l’apertura e la partecipazione.

La nostra è una Associazione ecclesiale e questo aspetto della nostra soggettività, come ci ha aiutato a capire San Giovanni Paolo II nell’udienza del 6 giugno 1998, ci impegna a testimoniare pubblicamente la nostra fede; a indirizzare la nostra presenza nella società, attraverso giudizi, comportamenti e scelte, verso la realizzazione del bene comune, come insieme delle condizioni di vita sociale grazie alle quali gli uomini possono conseguire il loro perfezionamento più pienamente e con maggior efficacia; a vivere nelle scuole cattoliche una dimensione missionaria verso i tanti che le scelgono per motivi diversi dalla fede in Gesù Cristo.
Nel tempo si è approfondita nell’Associazione la coscienza dell’importanza oggi di testimoniare che la famiglia continua ad essere il primo necessario ambito dell’educazione dell’uomo e che perciò resta il motore della società e del suo sviluppo condiviso. Con questo non neghiamo le gravissime difficoltà e problematiche che sta attraversando, ma riteniamo che possano diventare occasioni per una sua ripresa di valore se affrontate insieme – in primo luogo fra le stesse famiglie, magari associate – e soprattutto se riusciremo a recuperare la dimensione dell’amore, quello che ci viene da Dio.

Per questi motivi la nostra principale attenzione in questi quarant’anni si è sempre rivolta all’attività formativa: sono stati numerosissimi i percorsi formativi proposti dall’AGeSC in collaborazione con le scuole che ospitano i nostri Comitati di genitori (oltre 300 in tutta Italia), percorsi ai quali hanno partecipato sia genitori che insegnanti, che studenti: dallo studio delle problematiche genitoriali e giovanili, ai percorsi di educazione all’affettività e sessualità, ai diritti umani sanciti dai documenti nazionali ed internazionali, alle legislazioni scolastiche, fino alla partecipazione ad attività pratiche come la creazione di compagnie teatrali, cori e squadre sportive.

Senza dimenticare l’approfondimento, sempre più spesso richiesto dai genitori, sulla propria identità di credenti in un mondo scristianizzato ed individualista. Infatti, nella comune riscoperta della responsabilità educativa che abbiamo come genitori, inizia spesso un cammino di riavvicinamento alla fede ed alla Chiesa di tanti genitori lontani.
Tutto ciò ci ha portato alla consapevolezza dell’importanza del valore della formazione permanente di una coscienza rettamente formata come è stato ribadito nella relazione finale del Sinodo sulla famiglia da poco concluso. L’educazione delle coscienze non è data una volta per tutte ma accompagna i diversi tempi della vita.
Da qui la necessità di una formazione che sia sempre messa in relazione con la verità del Vangelo.

Questi percorsi li abbiamo vissuti come aiuto fondamentale per leggere la vita della nostre famiglie, anche quando sono state spezzate da lutti o separazioni, con gli occhi di Dio e, allo stesso modo, ci hanno aiutato a partire dall’esperienza della nostra vita quotidiana facendoci cogliere i segni di una presenza che ci supera.
In alcuni casi l’aver vissuto il percorso scolastico proprio o dei propri figli in modo profondamente significativo ha spinto gruppi di genitori a istituire fondazioni, cooperative o associazioni con l’intento di permettere la prosecuzione in nuove forme di attività scolastiche di istituti in chiusura o di promuovere la nascita di nuove scuole cattoliche, garantendo così il pluralismo scolastico sul territorio.
In Italia infatti questo pluralismo, riconosciuto dalla Costituzione, non si è ancora concretamente realizzato per l’assenza di scelte politiche adeguate. L’affermazione della “parità scolastica” è un espediente retorico se poi non si sostengono - come di fatto non si sostengono - le esperienze educative di qualità.

Negli ultimi 15 anni ci siamo perciò dati come compito quello di sollecitare l’applicazione della legge 62 del 2000 che ha sancito il sistema integrato di istruzione composto da scuole statali e scuole non statali paritarie. Tutte svolgono un servizio pubblico in quanto tenute a rispondere a precise indicazioni ordinamentali stabilite dal sistema legislativo.
Anche nel progetto di riforma della “Buona Scuola”, da pochi mesi approvato con la legge 107/2015, non è previsto molto per colmare questa ingiusta inadempienza dello Stato italiano: solo una detrazione fiscale che ha un valore simbolico ma non modifica nella realtà le discriminatorie condizioni economiche cui devono sottostare le famiglie per accedere alla scuola cattolica.

Il sostegno economico agli studenti che frequentano scuole pubbliche non statali è un dovere della Repubblica derivando l’onere finanziario per lo Stato dall’inalienabile diritto costituzionale che qualunque cittadino di poter scegliere quale scuola frequentare.
Questa inadempienza ha provocato, solo negli ultimi due anni, la chiusura di 349 scuole con un passaggio obbligato di 75.000 studenti alla scuola statale.
Tutto ciò nel totale silenzio delle Istituzioni scolastiche e parlamentari che conoscono e riconoscono il servizio pubblico proposto dalle scuole cattoliche e della società civile che vorrebbero ricevere l’identico trattamento che ricevono in tutta Europa e nella maggior parte dei Paesi del mondo.
Il risparmio accertato dai Ministeri competenti dell’Economia e dell’Istruzione è di alcuni miliardi di euro a fronte di uno stanziamento annuo di 474 milioni di euro:
un caso più unico che raro di sussidiarietà al contrario per cui le famiglie che pagano le scuole paritarie finanziano lo Stato pagando due volte, con la retta e con le tasse destinate alla scuola.

In Italia le famiglie continuano a vedersi negato il loro diritto costituzionale alla libertà di scelta educativa e questo contribuisce a determinare situazioni negative evidenti ma di cui nessuno vuole farsi carico:
1) la discriminazione delle famiglie meno abbienti che subiscono la palese ingiustizia di non poter mai scegliere liberamente la scuola per i propri figli;
2) una scuola sempre più statalista e di minor qualità in quanto connotata da un eccessivo monopolio nel campo dell’istruzione e formazione professionale;
3) una dispersione scolastica arrivata a livelli inaccettabili per un paese industrializzato come l’Italia, pari cioè al 19% con punte nel Meridione d’Italia del 25%.

Confortati da questi e altri dati abbiamo potuto responsabilmente affermare che la realizzazione di una reale parità scolastica farebbe fare un salto di qualità al sistema scolastico nel suo complesso, favorendo l’autonomia, l’efficacia, l’efficienza, la crescita qualitativa.

L’AGeSC ritiene che l’educazione cattolica per affascinare ed essere persuasiva nei confronti dei nostri ragazzi ha bisogno di feconde alleanze educative. Come genitori non rivendichiamo un ruolo nella Chiesa e nelle scuole cattoliche per sentirci importanti, ma perché siamo persuasi, secondo l’insegnamento della Chiesa stessa, che l’educazione non può prescindere dalla famiglia che va incoraggiata a credere in sé stessa e a svolgere fino in fondo il proprio compito ed il proprio ruolo senza i quali, oggi in particolare, rischia di essere compromesso il processo di costruzione dell’identità personale dei figli, e perciò di ogni alunno.
Il nostro compito di Genitori associativi è quello di sostenere luoghi di cultura educativa chiamati alla corresponsabilità ed alla co-progettazione. Nelle scuole bisogna coinvolgere continuamente i genitori al confronto e all’incontro con gli altri soggetti educativi. Questo è necessario per costruire una convinta educazione cattolica attraverso progetti, come ci ha ricordato Papa Francesco durante la sua visita a Torino, la mia città, nel giugno di quest’anno quando ci ha detto: “Come vivere una vita che non delude? Andare avanti con progetti di costruzione. E per questo non si può andare in pensione ma fare, fare controcorrente”.
Questo fare controcorrente è l’antidoto contro la cultura dominante che ci rinchiude nell’individualismo e nell’indifferenza e vuole convincerci dell’impossibilità ed inutilità dell’educare.

Questo “fare controcorrente” è il compito che ci deriva dalla nostra responsabilità di educatori. Costruire sulla roccia del Vangelo il nuovo umanesimo per il bene comune e per i nostri figli.
Nel famoso discorso di Subiaco, il 1° aprile 2005, il Cardinale Ratzinger affermava:
“Ciò di cui abbiamo soprattutto bisogno in questo momento della storia sono uomini che, attraverso una fede vissuta, rendono Dio credibile in questo mondo. Abbiamo bisogno di uomini che tengano lo sguardo dritto verso Dio, imparando da lì la vera umanità”.
E Papa Francesco ogni giorno ci invita a “ripartire da Cristo e a imitarlo nell’uscire da sé e andare verso l’alto”.
Ed è proprio da Papa Francesco che andremo a farci riconfermare nei nostri compiti e nelle nostre responsabilità il 5 dicembre 2015 in udienza speciale per i 40 anni della nostra esperienza.
Ma di quell’incontro vi parlerò in una prossima occasione.
Grazie per la vostra disponibilità ad ascoltare la voce dei genitori delle scuole cattoliche. Buon lavoro