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INSIEME PER DARE FORZA AL NOSTRO FUTURO

AGeSC: in relazione tra noi e con gli altri

Usciamo con questo numero di ATempoPieno in un momento particolarmente significativo: i giorni che precedono la Pasqua.
Se da un lato questa collocazione temporale del nostro periodico ci è stata dettata da esigenze associative, come l’importante momento statutario del Consiglio Nazionale che abbiamo vissuto a Padova l’11 marzo scorso, dall’altro arriva a sottolineare un passaggio che, anche e soprattutto per noi genitori della grande famiglia AGeSC suona come un invito.
L’invito è quello di cogliere l’opportunità di una vita nuova, piena, capace di trasformare le cose (anche la croce vale a dire le sofferenze, le incomprensioni, le ferite) e renderle più “buone” come spesso ricorda Papa Francesco. Pasqua è proprio questo: rinascita.
Per noi famiglie e genitori di AGeSC, abituati a confrontarci con un mondo che cambia velocemente (quello dei giovani e dell’ambiente scolastico) questo è un riferimento importante e stimolante al tempo stesso.
In questo periodo il lavoro di relazione tra di noi all’interno dell’AGeSC e con gli altri, in tutti i momenti ed occasioni di confronto e collaborazione con le altre associazioni, i tavoli ministeriali, nelle varie commissioni, nelle formazioni pubbliche, in particolar modo presso le istituzioni e presso la CEI, è cresciuto e mostra come la strada fatta assieme alla fine paga. Non tanto per i frutti che si raccolgono, ma soprattutto per le pianticelle che spuntano dal terreno del nostro campo.
Pianticelle che troverete in questo numero di ATempoPieno, che sono i volti e i cuori di presenze nuove, dei genitori coinvolti grazie al lavoro di tutti voi, che siete le fondamenta della nostra associazione, a cominciare proprio dai comitati AGeSC di istituto.

Proprio sul coinvolgimento dei genitori e sulla crescita dei numeri del tesseramento dobbiamo tutti puntare per mantenere forte l’autorevolezza e la rappresentatività, il “peso”, di AGeSC a livello nazionale. Il lavoro da fare è ancora molto, ma se condiviso, portato avanti insieme, può essere meno faticoso e più incisivo.
Come dicevo all’inizio, Pasqua è anche la vittoria della vita nuova sulla croce, sulle sofferenze e le fatiche umane che incontriamo tutti nella nostra storia e nella nostra vita.
Anche la vita in famiglia può riservare difficoltà e fragilità; è in questi momenti che ci viene chiesto di “abitare” i nostri limiti, di abbracciare la nostra finitezza. È quanto rilancia nella sua riflessione il nostro don Massimo, sempre estremamente stimolante nei suoi interventi.
L’invito è a leggere questo numero di ATempoPieno cominciando dallo scritto di don Massimo, vi aiuterà a leggere con occhi nuovi, con uno sguardo ed una comprensione diversa tutti gli altri articoli che raccontano, mi piace ricordarlo, quello che siamo, con i nostri limiti ma anche con la nostra energia positiva.

Chiudo queste mie righe facendo mio l’augurio di don Tonino Bello: “Cari amici, come vorrei che il mio augurio, invece che giungervi con le formule consumate del vocabolario di circostanza, vi arrivasse con una stretta di mano, con uno sguardo profondo, con un sorriso senza parole!
Buona Pasqua.

di Catia Zambon
Presidente Nazionale AGeSC